Il Sambuco, Pianta Misteriosa, Fonte di Benessere!

(In piena fioritura il suo profumo impreziosisce gli ambienti che lo circondano, i suoi fiori maturi ( bacche) danno sfogo ad un annuale rituale per la raccolta, che ha diverse destinazione per l’elaborazione di tante cose buone e salutari…)!

-di Enzo Pianelli –

Quando penso a qualche momento della mia infanzia celichese (magnifica Comunità pedo-collinare del cosentino,a pochi Km.dalla Sila),c’è una bella parentesi campestre che mi si ripresenta: i giochi nei campi, la raccolta di frutti di stagione, le escursioni natatorie lungo il fiume Cannavino basso, la ‘caccia’ a qualche Maggiolino verde (Cetonia dorata)  e, con quello più grande, ti collocavi in testa alla competizione…con i tuoi compagni di avventure estive.

Esemplare adulto di Maggiolino verde ( Cetonia dorata)
Esemplare adulto di Maggiolino verde ( Cetonia dorata)

Dove cercarli i maggiolini? C’era un posto sicuro dove trovarli, immersi tra le candide infiorescenze della pianta di Sambuco, intenti a ‘pascolare’ , in quell’ ambiente così attrattivo e caratterizzato da un profumo intenso. Una scatolina di latta, con un coperchietto forato, era la custodia delle ‘prede’ che s’adagiavano su un rametto di fiori di Sambuco.

La competizione…? Si legava un filo bianco alle zampette posteriori dell’insetto ed il volo più lungo o più alto era il vincente…!Un altro ‘appuntamento’ con la pianta di Sambuco era molto particolare: costruire un giocattolo, di cui s’è persa veramente memoria:  tranciare un segmento di ramo un po’ robusto, svuotare la parte centrale ( il midollo spugnoso) per ricavarne un foro ed ottenere una ‘canna da fuoco’; a parte, con un chiodo lungo fissato su un ritaglio di tavola, innestare l’elemento di contrasto, a spinta, dopo aver inserito e modulato i ‘proiettili’ – ghiande mature – nel foro della canna…che produceva uno ‘sparo’ ,di breve gittata ed anche questo gioco diventava una vera e propria competizione…!

Pianta di Sambuco comune in fiore - area di Margherita -Sila Grande (CS)
Pianta di Sambuco comune in fiore – area di Margherita -Sila Grande (CS)

Ho inteso ricordare questi due approcci con la pianta di Sambuco per mettere in risalto come, in quegli anni, era fortemente ‘presa di mira’: da noi bimbi, per i giochi; dalle persone adulte, per tutte le destinazioni e gli utilizzi dei fiori freschi e maturi, stagionati (essiccati), comprese parti di pianta che servivano per l’inverno, per accendere i caminetti, perché facilmente infiammabili.

Ma, doverosamente, dopo lo ‘Spazio-Ricordi’, il Sambuco merita ancor più altre definizioni e descrizioni! Come vedremo, ci troviamo al cospetto di una Pianta dalle mille risorse, la cui utilità, il suo pregio botanico, la sua funzione ecologica sono autentiche perle di unicità ambientale.

Sambuco, un albero magico dalle sette virtù curative

Il Sambuco comune o  Sambucus nigra è un arbusto o più spesso un albero di media grandezza, presente in tutto il continente euroasiatico fino a circa 1400 metri di quota. La specie, appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae, predilige luoghi soleggiati ed incolti ma è anche presente in prossimità di corsi d’acqua e zone umide; ha foglie decidue, composte, imparipennate, formate da 5-7 foglioline di forma ovata e margine seghettato che emettono un odore sgradevole, se strofinate.

I fiori sono bianchi, stellati, lievemente profumati e riuniti in ombrelle terminali a cui seguono frutti prima rossi poi neri a maturità, globosi e commestibili; la corteccia è di colore grigio chiaro.

 Tutte le parti della pianta sono fortemente velenose per la presenza di cianuro e vari altri alcaloidi; fanno eccezione i fiori, usati nella tradizione dei popoli nordici per preparare frittelle o pani aromatizzati (usati anche in alcuni paesi della Sicilia come Troina) e le bacche mature, raccolte in autunno, dal sapore aspro e intenso che vengono utilizzate per aromatizzare liquori come il rosolio di sambuco o, come avviene in Abruzzo, per produrre “Sambuca”, un liquore a base di anice ma con estratti ottenuti dal fiore di sambuco.

A questo albero si attribuivano nell’antichità poteri magici legati ai riti funebri ed era, presso i pagani, utilizzata come pianta capace di proteggere da demoni e streghe, ecco perché un albero di sambuco era sempre presente presso le case contadine o i monasteri.

il Fiore fresco, dal color candido, di Sambuco ( Infiorescenza)
il Fiore fresco, dal color candido, di Sambuco ( Infiorescenza)

Le proprietà curative del sambuco erano così apprezzate nel passato che in Austria questo piccolo albero veniva chiamato “Farmacia degli Dei” e la tradizione contadina imponeva di inchinarsi 7 volte al cospetto di una pianta di sambuco perché da sette sue parti si potevano estrarre potenti medicamenti: fiori, con funzione depurante, frutti utilizzati contro bronchite e mali da raffreddamento, foglie con impacchi per la pelle, corteccia come riequilibrante intestinale, radici sotto forma di decotto contro la gotta, resina contro le lussazioni ed infine germogli contro le nevralgie.

Dal legno soffice dei giovani rami svuotati del midollo si ottenevano fischietti o flauti ai quali si attribuivano poteri magici capaci di proteggere da sortilegi e magie. Perché il suono dello flauto fosse veramente “magico” come quello della celebre opera di Mozart il ramo doveva essere tagliato in un luogo silenzioso lontano dal canto del gallo che avrebbe reso roco il suono dello strumento. 

Il Fiore ( bacche ) di Sambuco allo stadio maturo
Il Fiore ( bacche ) di Sambuco allo stadio maturo

Il Sambuco è una pianta molto popolare nella tradizione dei paesi scandinavi; una favola di Hans Christian Andersen ha per titolo “Madre Sambuco” ed in essa, al di la della storia, si ribadisce la tradizione di utilizzare the ai fiori di sambuco contro le malattie da raffreddamento.

Il Sambuco ha un ruolo da protagonista anche in una delle migliori commedie nere del cinema americano “Arsenico e vecchi merletti” diretto da Frank Capra; vino avvelenato aromatizzato al sambuco veniva somministrato dalle  zie  del protagonista Cary Grant, Abby e Martha, ai propri inquilini per avvelenarli con “un sorriso sulle labbra” prima di seppellirli in cantina (Canale di Panama).

L’Orecchio di Giuda (Auricula judae) è un fungo saprofita dal colore bruno sfumato e dalla forma inconfondibile, molto apprezzato dalla cucina orientale, che cresce su legno morto preferibilmente di sambuco. Il Sambuco è considerata  una pianta tanto comune, quanto prodigiosa.

Ascrivibile alla famiglia delle siepi, è a tutti gli effetti un alberello di piccole dimensioni. E’ diffuso un po’ ovunque in Italia e lo troviamo comunemente nei boschi di montagna, ai bordi delle strade di campagna o collina, e perfino nei parchi di città.

Il Sambucus  L. comprende varie specie, ma le più comuni sono il Sambucus Nigra (dalle bacche nero-violacee), il Sambucus Racemosa (bacche rosse) e il Sambucus Ebulus che assomiglia molto ai primi due ma che è velenoso per l’uomo. Essendo molto difficile distinguere le varie specie, è sempre meglio affidarsi a persone esperte se si vuole cimentarsi in un’attività di raccolta.

Il fiore maturo (bacche ) pronto per le confetture
Il fiore maturo (bacche ) pronto per le confetture

Le principali differenze comunque sono da ritrovarsi nella struttura della pianta che nel Sambuco “buono” (S. Nigra) è più ramificata e imponente, con un fusto legnoso e bruno con dei puntini, mentre nel S. Ebulus è formata da un solo fusto principale centrale di colore verde.  Anche i fiori e i frutti sono leggermente differenti: nel Sambuco “buono” sono piccoli, odorosi, biancastri, con qualche punta di giallo, riuniti in numerosissimi “ombrelli” piuttosto grandi, nell’Ebulus invece ci sono dei dettagli violacei. I frutti, che sono piccole bacche tondeggianti nero-violacee (o rosse), nel Sambuco buono ricadono verso il basso, mentre nell’Ebulus stanno ben dritti al centro della pianta e rivolti verso l’alto.

I fiori di Sambuco vengono raccolti nel periodo primaverile, mentre i frutti, si raccolgono da agosto a settembre. Il Sambuco “buono”, si presta a innumerevoli utilizzi. Ad esempio in erboristeria, dove si utilizzano tutte le sue parti: fiori, foglie, bacche e corteccia vengono infatti largamente impiegati per la preparazione di decotti, tisane e sciroppi per il trattamento di numerosi disturbi. Oppure, per ricette più casalinghe, con i fiori di Sambuco si possono preparare elisir e sciroppi rinfrescanti e con i frutti deliziose marmellate.

In Sicilia, a Palermo, a Palazzo Adriano, con i fiori di Sambuco viene preparato un pane tipico che in dialetto si chiama “Pani cu Savucu” (pane con il Sambuco). Ma il fascino del Sambuco è legato soprattutto alle numerose leggende e aneddoti che lo vedono protagonista fin dall’antichità. Ad esempio, in passato con il suo legno venivano costruiti dei giochi della tradizione contadina come ad esempio lo “scioparolo” o “schioccapalle”, oggi purtroppo dimenticati.

Il Fiore fresco di Sambuco utilizzato in cucina
Il Fiore fresco di Sambuco utilizzato in cucina

Nell’antichità, i popoli germanici pestavano le bacche di Sambuco per farci una tintura che usavano per dipingersi il corpo in occasione di battute di caccia e guerre. Ma anche gli Indiani d’America conoscevano questa pianta e ne utilizzavano la corteccia per curare infiammazioni e per aiutare le donne con il parto.

Ma il Sambuco aveva anche proprietà mistiche, in quanto si pensava che allontanasse malattie e spiriti maligni. Per questo motivo si tendeva a piantarne almeno un esemplare nelle vicinanze della casa per attirare la buona sorte e scongiurare malanni e presenze negative.

Perfino la religione lo vede protagonista, infatti secondo una leggenda, Gesù Cristo fu crocefisso su una croce fatta con il legno di Sambuco, mentre un’altra leggenda narra che Giuda si impiccò con una fune legata ai rami di questa pianta. Forse non a caso il tipico fungo violaceo a forma di orecchio che nasce alle pendici di questo albero è chiamato Orecchio di Giuda!

In ultimo, la bacchetta magica più famosa del mondo, presente nella saga di Harry Potter, è nientemeno che “la bacchetta di Sambuco” ed è la più potente in assoluto, capace anche di riparare le altre bacchette che a causa di rottura hanno perso le loro proprietà!

il Sambuco nella composizione di gelati artigianali
il Sambuco nella composizione di gelati artigianali

Il Sambuco è decisamente apprezzato e utilizzato da sempre in deliziose preparazioni, come  la marmellata, ma è anche ottimo sul gelato o sui formaggi. Assolutamente da provare anche lo sciroppo di Sambuco che costituisce  un fantastico aperitivo, molto dissetante!

La Festa del Sambuco al Rifugio Casello Margherita – Sila Grande -Calabria

Festeggia con noi la Splendida Fioritura dell’ Albero di SAMBUCO

Una breve descrizione dell’Evento:” Gli alberi di Sambuco davanti al Rifugio si caricano dei loro grandi fiori bianchi a giugno  ma a quote più basse è maggio il mese della loro fioritura. Infatti, dalle nostre parti il sambuco viene chiamato “’u maju”,  identificandosi con il mese stesso. La Festa del Sambuco del Rifugio, giunta alla terza edizione, si sostanzia con una giornata all’insegna di passeggiate e assaggi di piatti tradizionali e non, creati con fiori di sambuco ed erbe selvatiche di montagna, in compagnia di esperti conoscitori che ci parleranno dei molteplici utilizzi delle piante selvatiche, non solo in cucina.

Il Sambuco – La mitologia

Il Samuco nero (Sambucus Nigra L.) comune in tutta L’Europa non va oltre L’Asia Minore.

Nelle campagne da questa pianta si traeva una tintura e anche un liquore poco apprezzato.In anni antichi sembra che gli uomini dell’età dell’oro si siano cibati delle sue bacche. Anche le popolazioni del neolitico se ne cibavano.

In Grecia col nome di Sambducus si chiamava anche un piccolo flauto, fatto con un ramoscello di Sambuco vuotato del suo midollo. Il “flauto magico” delle leggende germaniche era di sambuco. Bastava il solo suono a proteggere le persone contro i sortilegi.

La pianta di Sambuco, cespugliosa-arbustiva, e la sua funzione estetico-ambientale
La pianta di Sambuco, cespugliosa-arbustiva, e la sua funzione estetico-ambientale

Dal folclore di diversi popoli europei veniva suonato il flauto a questo scopo.

Nel XVII secolo gli stregoni temevano come la morte di essere battuti con un bastone di sambuco. In Danimarca l’arbusto era considerato il protettore di tutta la famiglia. In Russia si riteneva che allontanasse gli spiriti maligni.

Giuda si sarebbe impiccato a un albero di Sambuco; da allora l’albero era affetto di esecrazione; le bacche una volta così dolci, erano diventate così amare che non si potevano mangiare.

L’odore fortissimo dei fiori, sembra che provocasse malesseri anche mortali.

Nel calendario degli alberi il sambuco rappresenta il tredicesimo mese lunare, e può darsi che Giuda e il sambuco abbiano reso malefico il numero tredici.

Fiori di sambuco, ricchi di proprietà dal punto di vista fitoterapico, ma ottimi e versatili in cucina per arricchire ricette e bevande. Consigli per utilizzarli e conservarli al meglio per mantenere inalterati i benefici

Il Sambuco, Sambucus nigra, è una pianta appartenente alla famiglia delle Adoxaceae (tradizionalmente ascritta alla famiglia delle Caprifoliaceae). Si tratta di una specie vegetale a portamento arbustivo, originaria dell’Europa e Caucaso.

Le foglie, di colore verde scuro, sono imparipennate con margine seghettato; i frutti sono bacche nerastre; i fiori del sambuco sono invece piccoli e bianchi. Quest’ultimi fioriscono tra la fine di Maggio ed il mese di Giugno, diffondendo il loro dolcissimo profumo nell’ambiente circostante.

I fiori di sambuco, così come i suoi frutti, sono commestibili e ricchi di proprietà benefiche. Ma fate attenzione! Esistono in natura varietà molto simili che risultano essere velenose per l’uomo, come il Sambucus ebulus. Non ricorrete dunque alla raccolta fai da te, se non siete sicuri che la pianta sia commestibile. Il sambuco è ampiamente utilizzato nel campo fitoterapico come diaforetico (favorisce la sudorazione), antinfiammatorio, diuretico, digestivo e lassativo. In particolare, i fiori di sambuco presentano una notevole azione depurativa che favorisce l’eliminazione delle tossine (es. acido urico). Grazie inoltre alla buona quantità di bioflavonoidi

(antiossidanti), i fiori sono in grado di: contrastare i danni provocati dai radicali liberi; stimolare il sistema immunitario; promuovere il corretto funzionamento del sistema epatico; prevenire alcune patologie cardiovascolari ed infiammatorie (anche croniche).

Oltre a queste proprietà fitoterapiche, i fiori di sambuco sono particolarmente apprezzati in cucina perché ben si prestano a ricette e preparazioni culinarie sia dolci che salate.

Come conservare i fiori di sambuco?

I fiori di sambuco possono essere conservati in tre modi diversi.

Essiccazione: i fiori vengono essiccati in penombra, in un luogo asciutto e ben areato. Una volta essiccati, i singoli fiori si staccheranno facilmente dalla stelo. Devono essere conservati in contenitori di vetro dotati di chiusura ermetica.

Congelamento: staccare il più possibile i singoli fiorellini dal gambo principale e dai piccoli steli. Porli in un contenitore adatto per essere riposto in freezer. Il colore ed il sapore rimarranno inalterati ma appena verranno a contatto con l’aria potrebbero scurirsi.

La raccolta e selezione dei fiori maturi (bacche ) di Sambuco per le diverse destinazioni nell'arte dolciaria e delle confetture
La raccolta e selezione dei fiori maturi (bacche ) di Sambuco per le diverse destinazioni nell’arte dolciaria e delle confetture

Sottolio: lavare le infiorescenze e farle asciugare. Avvolgetele successivamente in un canovaccio di cotone e conservatele per 2-3 giorni al buio. Sgranare poi i fiori ed inserirli in un vaso di vetro sterilizzato. Ricopriteli completamente con olio evo. La conservazione sottolio dura anche molti mesi. Indipendentemente dalla modalità di conservazione, è preferibile consumare i fiori di sambuco entro un mese così da poter beneficiare di tutte le loro proprietà.

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Storia e proprietà  sambuco

Il termine sambuco deriverebbe dal greco “sambyke”, nome di una specie di flauto fabbricato con i rami cavi dell’arbuso. È una pianta comune in tutto il mediterraneo, già nota nell’antichità per gli usi medicinali, tra i quali la preparazione dell’Akté descritto dal filosofo e naturalista greco Teofrasto.

Secondo la leggenda, parte della croce di Cristo fu costruita col suo legno, e ad un sambuco andò ad impiccarsi Giuda. I Romani usarono le sue bacche come alimento, e Apicio ne trasmise la ricetta.

Fu solo più tardi, che i suoi fiori diventarono condimento e vennero impiegati per aromatizzare l’aceto e il vino moscatello. Col trascorrere dei secoli, il suo impiego è caduto in disuso, restando limitato all’ambito contadino. Secondo le credenze popolari il sambuco è un albero della gioia: piantato vicino a casa attira gli spiriti buoni e tiene lontani i serpenti. I suoi fiori dovrebbero essere raccolti la vigilia del giorno di San Giovanni e lasciati all’aperto tutta la notte, perché il santo possa passare a benedirli.

IL SAMBUCO

-di Anna Laura MATTESINI  (ricette dal blog “ EatParadeBlog.it”) –

In Calabria i fiori di sambuco sono utilizzati per “u pani i maju”, uno strepitoso pane che spesso viene arricchito da olive, pomodori secchi, peperoncino, a volte anche dagli scarafogli, che sono i residui della bollitura del grasso di maiale, conosciuti anche come ciccioli in altre zone.

Anna Laura MATTESINI
Anna Laura MATTESINI

La nascita di questo particolare pane al sambuco è legata ad una leggenda romantica e tragica.

“Il castello di Pizzo Calabro era nato come roccaforte per la difesa della costa e l’avvistamento del nemico. Fu poi utilizzato come fortezza ove venivano rinchiusi i prigionieri: da lì passarono nomi personaggi illustri come Tommaso Campanella, il conte di Cagliostro, Gioacchino Murat.

Ma leggenda vuole che vi risiedesse anche, in volontaria reclusione, una principessa di stirpe Castigliana.  Bianca non era la principessa delle favole; non era bella, non era affascinante. Era nata albina e con arti deformi. E il destino ancor più si accanì contro di lei facendola cadere, quando mosse i suoi primi, incerti passi, nel braciere che le ustionò il viso, lasciandole orrende cicatrici.

Per i primi anni della sua vita ogni tanto veniva condotta in giro, chiusa nella carrozza e con il volto coperto. Fino a quando decise di isolarsi per sempre dal mondo e rinchiudersi in una piccola ala del castello di Pizzo, che divenne la sua dimora.

Bianca trascorreva le sue giornate nel piccolo giardino davanti la sua stanza, scrivendo poesie, suonando e cantando con l’unico dono che il fato le aveva destinato: una voce meravigliosa, che superava in dolcezza e bellezza quella degli usignoli che la venivano a trovare e si zittivano per ascoltarla. Ogni giorno Bianca impastava il pane per i prigionieri della fortezza, aggiungendo di volta in volta qualcosa che lo rendesse gradevole: dall’origano al miele, dal succo d’uva ai semi di lino.

Le Bacche mature del Sambuco sono ricercatissime: sono un' autentica miniera di bontà e salubrità
Le Bacche mature del Sambuco sono ricercatissime: sono un’ autentica miniera di bontà e salubrità

Il suo sguardo era costantemente rivolto al mare, che tanto amava e dal quale era certa di vedere arrivare un giorno un principe che l’avrebbe amata e resa felice. E pregava che accadesse un miracolo che la rendesse bella, anche solo per un giorno.

E una mattina di maggio, mentre era sotto il sambuco in fiore ed impastava il pane che aveva impreziosito con peperoncino in polvere, vide approdare una nave e scendere colui che, lo sentì, nell’animo, era il principe che aveva sempre atteso. Così iniziò a cantare.

Il giovane, attratto da quella voce melodiosa, iniziò a salire verso il castello.

Bianca cantava il suo sogno, con tutto l’amore che aveva rinchiuso nel suo cuore e intanto si guardava nella fontana, attendendo il miracolo che non avveniva. Quando il suo principe fu ad un passo dal giardino, Bianca fu presa dalla disperazione; pensò: “se mi vedrà, brutta e deforme, non potrà mai amarmi; ma avrà amato la mia voce e di questo mio grande amore gli resterà il ricordo”. Corse verso il cornicione che delimitava il giardino e si lanciò verso gli scogli.

Bacche mature di Sambuco: fasi della elaborazione per le deliziose confetture
Bacche mature di Sambuco: fasi della elaborazione per le deliziose confetture

Ma gli usignoli che le erano amici si riunirono e la sorressero, riportandola verso il sambuco. Nel tragitto, gli dei del mare e del vento, impietositi, trasformarono ella stessa in usignolo e quando si posò su un ramo, fece cadere una nuvola di bianchi fiorellini nell’impasto pronto per essere infornato. Il giovane principe, alzando gli occhi, vide questo bellissimo uccellino bianco, che ripeteva il canto che lo aveva ammaliato.

-Da allora si prepara “U pani i maju”, il pane di maggio, con i fiori di sambuco.”

U PANI I MAJU

Ingredienti :300 g di semola rimacinata di grano duro;-200 g di farina Manitoba;-350 ml di acqua;-5 g di lievito di birra;-10 g di sale;-20 g di olio;-30 g di fiori di sambuco sciacquati e lasciati asciugare una notte.  50 g di olive verdi;-50 g di pomodori secchi;-un pizzico di peperoncino in polvere

Prima di tutto fate attenzione a non confondere il sambuco edibile con il suo “parente” tossico. Il primo è un arbusto molto alto, quasi un albero, mentre il secondo è una piantina bassa, dallo stelo lungo e produce infiorescenze simili a quelle del sambuco, ma rivolte verso l’alto e con un caratteristico “bottone” nero al centro. Per staccare agevolmente i fiorellini dagli steli, lasciateli asciugare all’aria per una notte, poi seguite questo procedimento: sciogliete il lievito in 100 ml di acqua a temperatura ambiente nella ciotola della planetaria, poi aggiungete alternativamente la farina e la restante acqua, con il motore dell’impastatrice al minimo.

In ultimo unite il sale e l’olio.  Coprire con pellicola e lasciate riposare per 12/15 ore in frigo.Spargete della semola sulla spianatoia e versatevi l’impasto, che sarà piuttosto molle. Date qualche giro di pieghe e pirlate, ricomponendolo a pagnottella, poi depositatelo in una ciotola leggermente unta e lasciate riposare coperto da pellicola a temperatura ambiente, fino al raddoppio.

Stendetelo sulla spianatoia a rettangolo e cospargetelo con i fiori di sambuco mescolati al peperoncino, poi distribuite le olive e i pomodori a pezzettini. Arrotolate e rimettete a lievitare sulla teglia coperta di carta forno, o su uno stampo per baguette.

Dopo un paio d’ore portare il forno a 200 °C ed infornate u pani i maju. Dopo dieci minuti abbassate la temperatura a 180 °C e proseguire la cottura per 40/45 minuti.

Sempre con i fiori di sambuco, si prepara uno squisito e dissetante sciroppo frizzante.

SCIROPPO FRIZZANTE DI FIORI DI SAMBUCO

Ingredienti:-6/8 fiori (ombrelli) di sambuco;- 1 limone non trattato;-1/2 bicchiere di aceto;-1/2 kg di zucchero semolato;-2,5 lt di acqua

Fiori freschi di Sambuco e bevande salutari e dissetanti
Fiori freschi di Sambuco e bevande salutari e dissetanti

Lavate e affettate i limoni e metteteli a macerare per dieci giorni nell’acqua con i fiori di sambuco, lo zucchero e l’aceto, in un luogo riparato. Trascorso il tempo, filtrate più volte il liquido strizzando bene i fiori e i limoni. Travasate nelle bottiglie a chiusura ermetica, riempiendole per 3/4.

Visto? E’ facilissimo. Aggiungendo acqua o succo di amarene otterrete una bevanda molto dissetante.

Lo stesso sciroppo fa da base per un aperitivo fresco ed estivo:

APERITIVO HUGO

Ingredienti:-2/5 di prosecco;-2/5 di seltz;-1/5 di sciroppo di sambuco;-foglie di menta fresca

Miscelate il prosecco con lo sciroppo, direttamente nei bicchieri.

Aggiungete il seltz, qualche cubetto di ghiaccio e le foglie di menta.

-I caratteristici ombrelli carichi di fiori possono essere fritti in pastella.

FRITTELLE DI FIORI DI SAMBUCO

Ingredienti:-Venti ombrelli di fiori di sambuco;-100 ml di acqua ;-100 g di farina;-un pizzico di lievito istantaneo per dolci;-due cucchiaini di zucchero

Le golose frittelle di Sambuco
Le golose frittelle di Sambuco

Sciacquate delicatamente i grappoli di fiori di sambuco in una bacinella di acqua; non sotto l’acqua corrente perché i fiori sono delicati e si staccano facilmente.

Passateli nella pastella impregnandoli bene, poi friggeteli in abbondante olio: devono essere completamente immersi. Il tempo di cottura delle frittelle di sambuco è di 3/4 minuti, toglieteli quando sono gonfi e dorati.

Scolateli su carta da cucina o carta per fritti e cospargeteli di miele di acacia, o millefiori.

Con le bacche di sambuco, si realizza una golosa confettura

CONFETTURA DI SAMBUCO ALLA GRAPPA

Ingredienti:-600 g di bacche mature di sambuco;-400 g di zucchero di canna;-il succo di un limone;-una bacca di vaniglia;- un bicchierino di grappa.

Staccate delicatamente le bacche dai rametti e sciacquatele in abbondante acqua corrente. Mettetele in una pentola dai bordi alti insieme al succo del limone e allo zucchero e fate cuocere a fuoco lento. Dopo una decina di minuti aprite per il lungo la bacca di vaniglia ed estraete i semini che aggiungerete alla confettura. Quando la confettura di sambuco avrà raggiunto la consistenza desiderata (fate la prova lasciandone cadere una piccola quantità su un piattino inclinato: deve scivolare a fatica), aggiungete la grappa e cuocete ancora 5 minuti. Versate la confettura calda nei vasetti precedentemente bolliti per almeno venti minuti (tappi compresi).

Chiudete accuratamente e capovolgete fino al raffreddamento. Controllate che si sia formato il sottovuoto. In caso contrario, potete ripetere il procedimento riportando la confettura di sambuco a bollore e sostituendo le capsule. Se non amate trovare i semini nella confettura di sambuco, a metà cottura passatela al setaccio fine.

-Sempre dalle bacche, si ottiene facilmente un ottimo liquore

LIQUORE AL SAMBUCO

Ingredienti:- 250 g di bacche mature di sambuco;-Una stecca di vaniglia;-500 ml di alcool per liquori;-La buccia di un limone;-500 ml di acqua;-300 g di zucchero.

Pulite e sciacquate bene le bacche di sambuco, poi mettetele in una bottiglia, possibilmente di vetro scuro, insieme all’alcool, alla stecca di vaniglia ed alla buccia di limone dalla quale avrete eliminato la parte bianca, che è molto amara. Lasciate in infusione per almeno 15 giorni (più tempo passa, più acquista aroma e sapore), agitando di tanto in tanto la bottiglia.

Preparate uno sciroppo portando a bollore l’acqua e lo zucchero fino a completo scioglimento di quest’ultimo. Mentre so sciroppo si raffredda, filtrate l’infuso con uno strofinaccio in cotone, strizzando bene le bacche per estrarne completamente il succo.

Amalgamate lo sciroppo al succo ricavato e versate in bottiglia. Si conserva a lungo ed è un ottimo digestivo.

Il SAMBUCO

‘A Chierica ‘e  Maju” –  di Francesco DE MARCO  ( Scrittore e Drammaturgo)

Il Sambuco è una delle piante officinali più antiche al mondo, risalente addirittura all’epoca preistorica. Essa si sviluppa e cresce in quasi tutto il mondo. Considerata fin dai tempi più remoti.

Francesco DE MARCO
Francesco DE MARCO

Pianta magica, non soltanto per le sue proprietà terapeutiche e medicali, ma soprattutto perchè i suoi fiori, bianchi e bellissimi, emanano, secondo remote credenze popolari, un’alea particolare che scaccia gli spiriti cattivi e allontana il male. I fiori del sambuco sbocciano nel mese di maggio, raramente ad aprile, e le loro foglioline bianche ottengono una forma allungata e curviforme soltanto in questo mese. Quando è il momento della cosiddetta “tosatura” delle foglie, generalmente nella seconda metà di maggio, chi le raccoglie deve stare molto attento a non stralciarne i petali e a non deformarne la sua speciale curvatura che ne rappresenta una specialità assoluta. In Calabria il sambuco è coltivato su quasi l’intero territorio regionale e i gli infusi ottenuti con le sue foglie, ancora oggi, rappresentano un antidoto contro malattie quali il reumatismo, l’artrite e l’ipertensione; ma anche a calmare attacchi di panico, depressioni e talvolta è efficace contro le allucinazioni. Il sambuco, per questi particolari aspetti, è ritenuta una pianta “misteriosa” che, ad oggi, conserva e cela, all’interno dei suoi arbusti altissimi e forti (ricordiamo che in alcune parti del mondo il sambuco arriva a cinquanta metri d’altezza), capacità magico-terapeutiche non ancora del tutto spiegate e conosciute.

Fiore fresco e Bacche mature di Sambuco
Fiore fresco e Bacche mature di Sambuco

In Calabria, la tosatura delle foglie del sambuco è detta “chierica”, dal greco “chierykè” che significa “taglio”, “apertura”, “spazio apeto”, che rimanda alla chierica monacale ed ecclesiastica dei religiosi di chiesa cattolica, i quali, appunto, tagliavano (tosavano) i capelli lasciando un vuoto bianco (sul cuoio capelluto) sulla calotta cranica, a segno di devozione e penitenza nei riguardi della conversione di fede che essi professavano.

La “chierica ‘e maju” era la tosatura dei fiori del sambuco che i contadini realizzavano, dopo la prima luna piena del mese, in quanto, secondo una antica saggezza contadina calabrese, in questo frangente la luna esercita una maggiore forza di gravità sulla superficie terrestre e sui mari, favorendo flussi e forze magiche sui fiori della pianta del sambuco.

Infiorescenze di Sambuco: profumo e fiori candidi un impatto straordinario
Infiorescenze di Sambuco: profumo e fiori candidi un impatto straordinario

La “chierica” del sambuco è lo spazio vuoto che rimane sulla pianta ormai priva dei fiori, quando, a dirla secondo un antico detto della zona di Caccuri, la pianta è stata “chiericata”. Alla “chierica ‘e maju”, solitamente, seguiva una danza propiziatoria che i contadini ballavano intorno alla pianta tenendo ben stretti i “panari” (panieri) in cui versavano i fiori raccolti, ben coperti da panni precedentemente benedetti.

Fase della raccolta del Fiore fresco di Sambuco
Fase della raccolta del Fiore fresco di Sambuco

Questi riti, così strettamente correlati con la raccolta dei fiori del sambuco a maggio (a chierica ‘e maju), sono raccontati e decritti anche dal grande antropologo Levi-Strauss nella sua opera “Feste agrarie russe” del 1929, dove lo studioso riporta usanze e consuetudini che i contadini di alcune regioni russe perpetravano e attuavano intorno alla coltivazione e alla lavorazione del sambuco, incredibilmente analoghe e simili a quelle dei nostri contadini calabresi. In Calabria, nel paese di Caccuri, ogni anno si celebra, con ricorrenze gastronomiche ed eventi culturali, il sambuco e ogni anno riaffiorano e ritornano, da remote memorie e leggende mai svelate, antichi spiriti e credenze magiche che ancora il sambuco conserva segretamente nelle sue bianche foglioline.

Da Consultare: https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/sambuco-proprieta-ricette/